WWF: anche il mare di Sorrento è inquinato! Immediate le repliche
Sorrento. Il mare in Costiera? «Non è limpido, non è cristallino»,
raffiche di segnalazioni che partono dai bagnati alimentano un’onda
lunga di polemiche. «Mare sporco, probabilmente inquinato», per il Wwf.
«La purezza delle nostre acque è stata certificata e premiata», la
replica tenace di Lello Staiano, assessore al Turismo di Massa
Lubrense, l’unico Comune della provincia di Napoli autorizzato ad
esporre la Bandiera blu, l’ambito riconoscimento assegnato dal
Fee–Foundation for Enviromental Education. Una difesa d’ufficio
sostenuta anche dai risultati delle analisi eseguite dell’Arpac: non
c’è inquinamento. L’ondata di patina schiumosa, che prima compare e poi
si dissolve, sarebbe dovuta al gioco delle correnti marine. E, per il
momento, non è stata individuata la sua provenienza. Nel «mare delle
polemiche», l’intervento dei vertici della Riserva marina protetta di
Punta Campanella: non c’è alcun pericolo d’inquinamento, ma dal
prossimo weekend vara lo spazzamare. A far scattare le proteste dei
bagnanti è una patina schiumosa, spesso accompagnata anche da rifiuti
ben visibili sulla superficie dell’acqua, nel tratto di mare che va dal
versante del golfo di Salerno, nel cuore della Riserva marina di Punta
Campanella, orgogliosa di vantare la Bandiera blu conferita a Massa
Lubrense, fino a Vico Equense. Accade lì dove, tra l’altro, gli
interventi di restyling degli impianti hanno migliorato le prestazioni
dei depuratori, gli ultimi esempi a Marina del Cantone e a Marina
Grande. Lo confermano i vertici della Gori, l’azienda che gestisce il
ciclo delle acque in penisola sorrentina e nell’isola di Capri, dopo un
incontro tra il presidente dell’Ente d’ambito Sarnese-vesuviano Mario
Sorrentino, con il direttore generale dell’azienda, Giovanni Paolo
Marati ed il responsabile delle strutture di depurazione Giovanni De
Simone. Su questo fronte, la Gori ha fornito ampie assicurazioni sul
corretto funzionamento degli impianti. E per garantire una più efficace
tutela della risorsa mare, l’ente sta per avviare un tavolo di
concertazione tra tutti i soggetti istituzionali interessati. «Con
queste iniziative – spiega Mario Sorrentino – vogliamo confermare come
prioritaria la scelta della tutela del mare e, più specificamente,
della penisola sorrentina e dell’isola di Capri, come patrimonio di
tutti e che tutti siamo impegnati a conservare». Un primo passo in tale
direzione sarà costituito dalla redazione di un vademecum di tutela
dell’ambiente, attraverso una diffusa sensibilizzazione e
partecipazione delle popolazioni interessate. Una situazione
inspiegabile, quindi, che alimenta lo sconforto dei bagnanti e dei
titolari degli stabilimenti balneari, costretti a fronteggiare proteste
continue e variegate. «A chi ci chiede spiegazioni, soprattutto a mamme
preoccupate – spiega Andrea Scala, titolare dello stabilimento dello
Scrajo – facciamo leggere i dati ufficiali dell’Arpac relativi ai
prelievi del primo luglio. Spieghiamo anche che non ci sono
comunicazioni ufficiali in merito e che dopo il caso del depuratore di
Cuma si sta assistendo ad un crescente tam-tam allarmistico». Lo Scrajo
è il lido preferito di tante famiglie per il continuo ricambio di acqua
attraverso le sorgenti termali che sgorgano a mare, ma la crisi non lo
risparmia. «Anche noi registriamo un calo del 30 per cento del numero
degli ingressi – aggiunge Andrea Scala – L’allarme in atto non
favorisce una ripresa dell’affluenza».